Circolare n.158 P
L’anno scorso abbiamo affrontato il 25 novembre in un clima di grande tensione: da pochi giorni era stata uccisa dall’ex fidanzato Giulia Cecchettin, e quel fatto drammatico portava la realtà della violenza di genere in mezzo a noi, con estrema durezza; Giulia era percepita da tutti come “una di noi” e ciò che aveva vissuto era un fatto vicino, prossimo alle nostre vite e al nostro sentire. In quei giorni Studentesse e Studenti del Liceo Galilei iniziarono a discutere e organizzarono un sit in spontaneo all’ingresso della scuola, portando testimonianze, riflessioni, pensieri detti sul momento.
Sentivamo che nulla sarebbe stato più come prima, non tanto nei fatti, nei numeri, ma nella sensibilità collettiva, almeno di quelli che erano lì, ad ascoltare e a raccontare.
Quest’anno, in occasione del 25 novembre, vogliamo riflettere sulle rappresentazioni identitarie: “Essere maschi: tra potere e libertà”, un tema importante e attualissimo, soprattutto per i giovani. Leggiamo in queste settimane l’esito di ricerche sulla “teen dating violence”, cioè sulle forme di prevaricazione, di violenza psicologica e persino fisica tra adolescenti. I dati sono preoccupanti: per circa il 40% dei ragazzi, costringere il partner a vestirsi in un certo modo o condividere le password dei propri profili - ma anche limitare le amicizie e le interazioni - non sono forme di violenza. Talvolta i comportamenti di controllo sono interpretati come segni di interessamento e amore; la gelosia, anche estrema, come un aspetto della relazione affettiva.
Forse dobbiamo far partire la nostra riflessione da strati molto profondi del nostro sentire, dalle rappresentazioni di se’ e dell’altro, che passano attraverso le parole che usiamo, il modo in cui le diciamo e le diffondiamo, spesso nascosti dietro il gruppo, le chat e i social, sicuramente influenzati da essi, e quasi sempre “senza pensare alle conseguenze”.
Oggi alcune classi ragioneranno su questi temi con Stafano Ciccone, Presidente dell’associazione e rete nazionale “Maschile Plurale”. L’argomento punta dritto alla questione: “Essere maschi: tra potere e libertà: modelli di relazione per uscire dalla maschilità tossica”. L’incontro, registrato, sarà a disposizione anche nei prossimi giorni (disponibile in basso nella pagina). Riporto a seguire, per chi volesse iniziare ad approfondire, un articolo di Chiara Nardinocchi, che riassume alcuni temi e riporta dati sui quali vale la pena pensare, a scuola e anche in famiglia.
La Dirigente scolastica
prof.ssa Mariangela Icarelli
PRIMO "AMORE" TOSSICO
La teen dating violence si combatte tra i banchi di scuola
di CHIARA NARDINOCCHI
I dati sulla violenza di genere tra adolescenti riferiscono di una generazione che costruisce relazioni bruciando i tempi, dando per scontato il consenso e vivendo la gelosia come fosse un atto d'amore.
COSA PENSANO I RAGAZZI
Affrontando il tema della violenza di genere, raramente si parla di quando a subire e agire sono i più giovani, a volte giovanissimi. Eppure, la teen dating violence è un fenomeno sempre più diffuso anche a causa di relazioni sentimentali premature e dell’enorme portata di informazioni e contenuti cui sono esposti i più piccoli, già in fase prepuberale. Secondo i dati di Fondazione Libellula, in Italia 1 adolescente su 5 ha ricevuto strattoni da parte del o della partner, mentre 1 su 10 ha ricevuto pugni o schiaffi.
Rispetto agli adulti, la violenza tra teenager che rispecchia in complessità e sfumature quella tra adulti, si differenzia per un minor livello di consapevolezza sia da parte delle vittime sia da parte di chi quella violenza mette in pratica. Per circa il 40% dei ragazzi, costringere il partner a vestirsi in un certo modo o condividere le password dei propri profili - ma anche limitare le amicizie e le interazioni - non sono forme di violenza. E c’è una forte differenza tra i generi: le vittime sono più donne che uomini.
“Molte ragazze – spiega la psicologa e psicoterapeuta Lucia Beltramini, autrice del libro La violenza di genere tra adolescenti - traducono i comportamenti di controllo come segni di interessamento e amore. Mentre la violenza fisica si confonde con una conseguenza delle proprie azioni sbagliate. Questo modo di guardare alle relazioni affonda le radici in stereotipi culturali da sovvertire, anche per evitare che questo tipo di relazioni diventino il modello che vittime e carnefici reitereranno per tutta la vita”. L’adesione a degli stereotipi così come dinamiche legate ai processi evolutivi possono diventare fattori che favoriscono la violenza. Se sulle ragazze insistono ancora pregiudizi legati alla sottomissione e alla cura del partner, i diktat della mascolinità tossica (aggressività, intraprendenza e freddezza), così come le dinamiche di gruppo possono influire sulle probabilità che i più giovani esercitino violenza.
Un caso emblematico è quello degli stupri di gruppo. Il 76% degli autori ha meno di 34 anni, e tra questi il 27% ha tra i 14 e i 17 anni. “I fattori di rischio - continua Beltramini - hanno diversi livelli: individuale, relazionale, sociale. L’esempio della figura di riferimento o il contesto di provenienza possono condizionare l’agito violento. E anche il senso di appartenenza a un gruppo maschile, in cui le donne sono viste come oggetti con tutte le dinamiche di disimpegno morale che si instaurano, può contribuire”.
Gli stupri di gruppo sono spesso collegati a logiche “ricreative” in cui le violenze sono filmate e diffuse per divertire o per punire. Pratiche che, nonostante i progressi in campo sociale e giuridico, sopravvivono anche tra gli adolescenti. Sembra infatti che, nonostante il dibattito su genere, violenza e autodeterminazione sessuale sia diventato mainstream, i ragazzi siano ancora in parte indifferenti. Lo conferma il rapporto “Prima che sia troppo tardi” di INC Non Profit Lab sugli strumenti per combattere la violenza di genere tra gli adolescenti: solo 4 ragazzi della GenZ su 10 la ritengono la violenza di genere un problema “molto grave e urgente” contro una media di 7 italiani su 10 (mentre le donne hanno numeri più alti in tutte le fasce d’età).
UNA QUESTIONE MORALE
Anche attraverso i social, la questione di genere negli ultimi anni si è imposta nei dibattiti online e onlife. Quindi come spiegare i dati che emergono? Affermare che i cambiamenti culturali siano lenti a penetrare in tutti gli strati della società non basta. “Oggi si parla molto di violenza di genere ma a un livello cognitivo alto, per esempio sui media - continua Beltramini -. Manca però il calare questo discorso nella quotidianità dei più giovani, per esempio, riflettendo su come gli stereotipi maschili incidano negativamente sui ragazzi o di come su quanto il femminicidio rappresenti solo l’apice di una piramide che parte, per esempio, dalla gelosia e dall’idea di consenso”. (“La Repubblica”, 25 novembre 2024)
Di seguito riportiamo alcuni materiali che possono diventare spunti importanti per la riflessione sul tema.
“Essere maschi: tra potere e libertà”
Incontro in Aula Magna del 26 Novembre 2024 con Stafano Ciccone, Presidente dell’associazione e rete nazionale “Maschile Plurale”.
Il vero amore di Kahlil Gibran
Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia.
Il discorso del papà di Giulia al funerale
Padova - Gino Cecchettin, il discorso del papà di Giulia al funerale (05.12.23).