Il fronte bastionato meridionale (1832-44)
Se con la dominazione francese venne smantellato non solo il sistema difensivo sanmicheliano (mura e bastioni), ma anche la “logica” separazione tra città e territorio, progettando fuori le porte l’espansione urbana in direzione sud ed est, il dominio austriaco iniziato nel 1814, viene a concludere tale “destino” civile della città.
A seguito delle vicende belliche europee e dei primi moti insurrezionali, si vengono a realizzare, a partire dal 1830 le condizioni generali per rendere operativo il piano redatto dal generale von Scholl, che ha l'obiettivo di aggiornare la cinta bastionata della città, non più adeguata a svolgere un’azione difensiva. Il piano difensivo non riguarda solo l'area urbana, ma tutto il territorio circostante con la realizzazione di forti staccati dalla cinta muraria, ovvero il concetto del “campo trincerato”. Il von Scholl riteneva inizialmente sufficiente ripristinare, con qualche aggiornamento, la cinta preesistente, ponendola poi in relazione ad un sistema di forti staccati dalla piazzaforte (campo trincerato) che dovevano garantire un più efficace sistema difensivo della città. Ne consegue che, avanzando nel territorio la linea di difesa, si lasciava alla cinta urbana il solo compito di respingere improvvise penetrazioni delle truppe nemiche. La cinta bastionata del Sanmicheli (esclusi i bastioni di Spagna e di San Francesco) fu rifatta con i nuovi bastioni dei Riformati (1835), SS. Trinità (1836), Santo Spirito (1836), San Bernardino (1836), San Zeno (1836-38) e San Procolo (1836-38); infine nel 1840 si rafforzarono le difese di porta Fura. Il von Scholl rielabora sia le teorie del Montalembert che quelle del Carnot e ricostruisce i bastioni più bassi e sempre a forma poligonale, formati da terrapieni nella parte esterna per meglio assorbire i colpi d'artiglieria. Pone un muro staccato posto sul fondo del fossato (muro alla Carnot) rafforzato nel vertice da una caponiera; dietro questo si posizionavano i fucilieri che, dalle feritoie, potevano sparare alla fanteria nemica e, nel contempo, potevano uscire dalle aperture (porte di sortita) previste sul fianco dell’orecchione per effettuare rapidi contrattacchi. Si aprirono quindi nelle cortine delle poterne (gallerie) per mettere in collegamento le postazioni della fanteria dietro i muri “alla Carnot” con la strada militare della circonvallazione interna. Il muro “alla Carnot”, tipico manufatto austriaco, presenta il paramento esterno in conci di tufo poligonali disposti a opus poligonale. Nella parte sommitale del terrapieno dietro il parapetto, si disponevano le artiglierie per battere la campagna, ad intervalli regolari vi sono delle riservette in muratura ricoperte di terra per conservare le munizioni. Sulla riva sinistra dell'Adige fu costruito il forte San Procolo, posto a 300 m. frontalmente dall'omonimo bastione, con il compito di concludere a nord la cinta bastionata meridionale |
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