L'ambiente di Forte Gisella

Il forte si estende su un’area di circa 12 ettari, dove persistono tipici elementi del paesaggio agrario veronese: un casolare ristrutturato, la villa Farina con il parco secolare, il fondo Libanti con la corte rurale.

L’area è ora rivestita di verde naturalizzato, con grandi alberi, arbusti e cespugli autoctoni.

Nelle scarpate si trovano olmi, frassini, bagolari, ailanti, prunus e cespugli termofili con prevalenza di rosa canina, paliurus spina Christi, sanguinella, caprifoglio, fusaggine, rovo, ecc. Negli spalti vi sono ligustri, gelsi, fichi, ailanti, bagolari, olmi, ornielli, biancospini e susini selvatici assieme a cardi, raperonzoli e iperici; vi fioriscono inoltre orchidee, violette, crocus, pratoline ed altri fiori selvatici.

E’ un ecosistema ideale per la vita di insetti e farfalle.

Negli spazi di Forte Gisella vivono, prudentemente defilati, il riccio, la faina, la volpe e numerosi uccelli di passaggio o nidificanti, tra cui rapaci come la civetta, il gheppio, la poiana e corvidi come la cornacchia e la gazza, il cuculo, l’upupa, il merlo, l’usignolo, il pettirosso, il colombo, la tortora dal collare, lo storno, ecc.

PUNTI DI OSSERVAZIONE DEL PERCORSO

  1. Vialetto di accesso: si raggiunge la sommità dello spalto percorrendo la rampa di sinistra. Nelle scarpate si osservano iris, erbe aromatiche e piante officinali di recente piantagione.

  2. I luoghi dell’acqua: tra bagolari, gelsi, robinie e susini, troviamo un piccolo stagno artificiale con pesci e piante acquatiche.
  3. Passeggiata perimetrale: nel percorso di 800 metri, ai lati si notano biancospini, ligustri, maonie, ornielli, olmi, susini.
  4. Laboratorio didattico: piccola area verde costituita da aceri, cornioli e viburni messi a dimora dagli studenti della scuola media.
  5. La siepe spontanea: con noccioli, viburni, rose canine, caprifoglio, raperonzoli: spazio vitale per i piccoli animali importanti per l’equilibrio dell’ecosistema.
  6. Tratto panoramico: con visuale sul paesaggio agrario con il pescheto, i canali di irrigazione e campi coltivati, fino alla Via Postumia con il cippo del “IV miglio” ed il campanile di Dossobuono;
  7. Viale del pino nero: pianta non autoctona inserita in passato per il rimboschimento; tra i nuovi impianti troviamo l’acero riccio, l’acero campestre e il noce, tra le specie spontanee orchidee, violette, pratoline.
  8. Il grande Bagolaro: presenta una maestosa architettura del tronco e dei rami, fra i quali nidifica la gazza. Scendendo dalla rampa si possono notare tasso, alloro, ribes, uva spina, recentemente messi a dimora, assieme ad iris, calle, tulipani, narcisi e giacinti.


 
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