Il Forte e la città

Verona, possiede un sistema di fortificazioni che rimane ancor oggi leggibile nella forma urbana della città, testimonianza di un patrimonio storico che poche città possono vantare.

Presupposto essenziale per un recupero delle mura e dei forti, è considerare questo "limite" come uno spazio di connessione tra la città storica e la nuova espansione urbana, valorizzando le potenzialità ambientali ed architettoniche presenti. Il sistema difensivo con i suoi valori formali ed ambientali, deve rappresentare l'anello che collega in un unico organismo il centro storico con le aree esterne urbane e collinari, attraverso una recuperata simbiosi tra la città, il suo fiume e il suo contesto ambientale.

I numerosi forti collocati secondo un disegno strategico fuori la città ma ad essa collegati dal sistema viario, rappresentano una struttura urbana a fino ad oggi negata da una disorganica espansione edilizia. La mancanza di verde e di servizi in questi quartieri ha giustificato così la pressante richiesta degli abitanti di entrare in possesso non solo delle strutture dei forti, ma anche delle loro vaste aree circostanti. Il recupero dei forti, potrebbe diventare l’elemento di “identità” e di qualità nel possibile progetto di riqualificazione urbana e sociale della periferia.

Il recupero del forte

Forte Gisella, posto fra l’abitato di Santa Lucia a cerniera con le aree produttive del Quadrante Europa e della zona industriale unisce alla città anche lo storico abitato di Madonna di Dossobuono.

L’idea di una città policentrica assume concretezza riconoscendo un ruolo urbano ai “CENTRI STORICI PERIFERICI”, di cui forte Gisella ne rappresenta un esempio significativo, con il recupero delle loro identità storico culturali si rende possibile un equilibrato sviluppo della socialità nei quartieri.

Le specificità di questo forte possono riassumersi in: La qualità architettonica ed ambientale; La sua collocazione territoriale; Il contesto storico di riferimento.

Il suo recupero potrebbe articolarsi su varie ed integrate funzioni quali:

  • La realizzazione di un sistema espositivo e di documentazione, che parta dall’epoca romana (strada Postumia) e giunga attraverso l’epoca del dominio austriaco al risorgimento italiano, costituendo la base di quel ruolo culturale che il forte potrebbe assumere nel territorio.

  • Le attività culturali e ricreative, già presenti nel forte grazie all’attività dell’associazione Santa Lucia, potrebbero ulteriormente svilupparsi anche con la realizzazione di un punto di accoglienza per turismo giovanile internazionale. Consolidando cosi il rapporto tra il forte, il quartiere e la città.,

  • Inoltre con il recupero ambientale della cava posta a breve distanza, e il riordino dei manufatti in terra e delle aree verdi interne ed esterne al forte si potrebbe costituire un’ampio parco urbano dove collocare quelle aree di servizio sportivo e ricreativo assenti nell’ambito della periferia urbana.

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