Verona città fortezza
Verona, nasce e si sviluppa come città militare, e questo suo “ruolo” viene evidenziato dalla costruzione di un formidabile sistema fortificato, rispondente alle diverse esigenze difensive delle varie epoche (romana, comunale, scaligera-viscontea, veneziana, austriaca). Le prime opere difensive La città, grazie alla sua posizione geografica, ha sempre costituito un nodo fondamentale per le comunicazioni tra il Nord-Europa e l'Italia.Verona assume per questo già in epoca romana un importante ruolo strategico e militare, che nel tempo ne caratterizza il destino stesso. Le sue difese, rinnovate nel tardo impero con Gallieno, sono rafforzate da Teodorico, ampliate nell'epoca Comunale, Scaligera e quindi Viscontea. Le mura scaligere concluse da Cangrande nel 1325, hanno lo scopo di allargare il perimetro della città per inglobare entro le mura i monasteri e i fiorenti borghi esterni. La nuova cinta definisce il nuovo limite urbano della città, che verrà di seguito mantenuta sia dai veneziani che dagli austriaci e che sarà capace di contenere i successivi sviluppi urbani fino al XIX secolo. L'epoca veneziana ed il fronte bastionato sanmicheliano (1405-1797) Nel 1405 ha inizio il dominio veneziano della città che durò per quattro secoli. Le vecchie opere difensive Viscontee (cortine murarie sviluppate in altezza e torri), si dimostrano inadeguate a sopportare il tiro di maggiore potenza e gittata delle artiglierie. I veneziani iniziarono l'opera di rinnovamento del sistema difensivo veronese, con la ricostruzione di parte delle mura nel fronte meridionale, il rafforzamento della cinta nella zona collinare e la realizzazione delle porte Vescovo e S. Giorgio e dei bastioni delle Maddalene e di Campo Marzio. L'intervento di Michele Sanmicheli, nella progettazione del sistema fortificato di Verona, inizia nel 1530-31 e si conclude praticamente alla sua morte (1559). Il Sanmicheli, non dà alla città un carattere di fortezza geometrizzata (secondo la teoria della "città ideale" rinascimentale), ma considera il rapporto tra il manufatto difensivo e il quadro urbano e naturale, legandolo al contesto storico-culturale della città (in particolare a quella romana). Egli con l'inserimento di bastioni (San Francesco, SS.Trinità, dei Riformati, San Bernardino, San Zeno, di Spagna) che penetrano verso la campagna, crea un'articolazione particolare della cortina muraria, la segna monumentalmente con le porte che aprono la città verso la campagna e definiscono i tracciati viari della crescita urbana interna. Le porte di Verona nella loro monumentalità, manifestano sulla cinta muraria sia le funzioni e i simboli propri della cultura cittadina, sia il ruolo di città cardine e limite dello "Stato di Terra" Veneziano. L'epoca austriaca: dalla difesa bastionata al campo trincerato (1814-1866) La breve occupazione francese comportò la demolizione nel 1802 delle opere difensive risparmiando solamente i due bastioni di San Francesco e di Spagna. Nel 1814 il dominio austriaco riporta Verona alla sua originaria vocazione di nodo strategico militare e difensivo, le cui principali fasi di intervento sono: - aggiornamento e rafforzamento della cinta e del sistema difensivo urbano (1832-44) - il campo trincerato: prima cerchia (1848-59) e seconda cerchia (1859-66) di forti staccati dalla cinta urbana.
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